Teatro

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Teatro

Accanto al Palazzo dei Principi si innalza maestoso e solenne il Teatro Bonifazio Asioli, in stile neoclassico nella sua ultima veste di fine 800. La curiosità è che sorge esattamente dove sul finire del ‘400 Niccolò Postumo da Correggio fece erigere il suo palazzo all’interno del quale un’area era destinata proprio all’attività teatrale, tanto di genere erudito quanto di genere popolare. Tornando al teatro odierno, la pianta è a ferro di cavallo, si contano tre ordini di palchi (per un totale di 60 palchetti in stile Luigi XI), il palco d’onore è decorato con l’effige di Bonifazio Asioli e sormontato dallo stemma della Comunità e, superiormente, dal loggione. La volta presenta la raffigurazione della Tragedia, Commedia, Danza e Musica. Notevole è anche il sipario interamente ricamato a mano. Ogni palchetto gode della presenza di un retropalco, uno di questi presenta anche simboli massonici a testimonianza dell’impiego che probabilmente ne veniva fatto anche durante i momenti più ludici. Dal vestibolo si accede attraverso una scala all’elegante ridotto. La sala centrale, tutta affrescata è caratterizzata da una falsa balconata che dà luce alla seconda dove si conserva la più evidente traccia dell’originario Palazzo di Niccolò Postumo: un fregio eseguito a “falso fresco” che decora quello che era l’ambiente di maggior prestigio, la Sala grande, lunga circa 23 mt e che si estendeva lungo il lato est.

L’attuale Teatro Comunale “Bonifazio Asioli” sorge là dove, sul finire del Quattrocento, Niccolò Postumo da Correggio fece erigere il proprio palazzo, forse riadattando gli spazi di una precedente fortificazione, di cui si hanno notizie documentate a partire dal 1476.

Sul finire del XV secolo e nei primi anni del XVI, la corte di Correggio conobbe una stagione culturale particolarmente ricca e attiva, grazie alla presenza di personaggi quali il ricordato Niccolò e Veronica Gambara. In tale contesto non poteva mancare una particolare attenzione per l’attività teatrale, tanto di genere erudito quanto di genere popolare, che si svolgeva negli ambienti di corte, tra cui, appunto, il palazzo di Niccolò Postumo.

La devoluzione dello Stato correggese al duca di Modena e Reggio nel 1635 e il mutato clima politico non segnarono la fine dell’attività teatrale. Al contrario, essa divenne ancor più vivace, con il coinvolgimento di più ampi settori della società civile del tempo, tanto che, nel 1642, il Governatore estense concesse ai giovani correggesi l’uso di una sala per allestire una commedia.

Un decennio più tardi, nel 1653, il duca Francesco I accordò l’uso di una sala dell’antico palazzo di Niccolò (la cosiddetta Sala Grande) quale spazio teatrale permanente.

Nonostante i lavori di ristrutturazione, finanziati dal mercante Pietro Rosa non fossero ancora stati completati, già nel maggio 1661, alla presenza del Duca Alfonso d’Este, ci fu la prima rappresentazione nel teatro che ospitava novantacinque palchi.

Un secolo più tardi, tra il 1750 e il 1754, dopo che eventi bellici avevano trasformato il Teatro in deposito, furono compiuti importanti lavori di ristrutturazione che consentirono di recuperare l’edificio.

Su progetto di Francesco Cipriano Forti vengono rifatti il soffitto ed i palchetti, si interviene sulla sala teatrale, vengono aggiunti il guardaroba, la caffetteria e la sala da ballo. Per oltre un secolo si susseguì un’intensa attività culturale che vedeva la rappresentazione di commedie, farse, spettacoli di danza, opere buffe e drammi in musica, che si avvalevano anche dei numerosi cantanti e musicisti “dilettanti” di Correggio tra cui spiccavano numerosi membri della famiglia Asioli, in particolare Quirino, Bonifazio e Luigi.

Verso la metà dell’Ottocento il Teatro, ormai vecchio, venne considerato pericoloso e fatiscente, tanto da indurre a progettarne la demolizione e la completa ricostruzione, operata da Francesco Forti (nipote di Francesco Cipriano) che si concluse entro il 1852, con un nuovo edificio alla caratteristica sala “a ferro di cavallo”. Solo nel 1873, comunque, con la costruzione della facciata (su progetto dell’ingegner Tegani, già impegnato nei lavori del Teatro municipale di Reggio Emilia), i lavori poterono dirsi completati.

Intitolato nel 1863 ad Antonio Allegri (pittore conosciuto con il nome di “Correggio”) e nel 1880 a Bonifazio Asioli, il teatro fu devastato nel settembre 1889 da un furioso incendio.

La nuova ricostruzione ebbe inizio nel 1890 ad opera dell’ingegnere comunale Giuseppe Aimi e del capomastro Pio Marchi, nel rispetto delle caratteristiche del precedente teatro, ma, solo dopo otto anni e aspre critiche per il ritardo, la sera del 10 ottobre 1898, il teatro venne solennemente inaugurato. Poco più di un decennio dopo, nel gennaio 1909, durante una proiezione cinematografica, un secondo incendio causò due morti e decine di feriti, provocando nuove accesissime polemiche sui materiali e sull’uso improprio dell’edificio.

Nel 1942 il Teatro Asioli viene concesso in affitto ad un privato che lo adibisce principalmente a cinematografo. Vent’anni dopo, nel 1962, il Comune, tornato in possesso del Teatro dopo una lunga vertenza giudiziaria, decide di ripristinarlo nel suo antico splendore.

I lavori, iniziati nel 1968, si concludono con l’inaugurazione dell’edificio il 18 novembre 1973.

Nuovamente chiuso nel 1991 per lavori di manutenzione e di adeguamento alle norme di sicurezza e gravemente danneggiato dal sisma del 1996, l’Asioli, completamente restaurato, riapre il 3 novembre 2002.

www.teatroasioli.it

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